Il progetto è consistito nello studio ecologico per un campo da golf inserito nel paesaggio mediterraneo del Salento, per valutare le potenzialità di questo genere di utilizzo delle aree verdi come elementi di connettività ecologica.
Le odierne modalità d`uso del territorio hanno determinato una frammentazione diffusa degli habitat naturali preesistenti e la conseguente riduzione della loro qualità ecosistemica.
Questo fenomeno ha raggiunto soglie di criticità nelle aree della regione mediterranea e segnatamente in Puglia, dove i nuclei residui di vegetazione naturale (lembi residui di bosco e macchia mediterranea) sono una presenza sempre più rara e dispersa nella matrice agricola dominante.
Tali "isole di habitat" risultano, quasi sempre, troppo piccole e distanti tra loro per essere biologicamente autosufficienti e per garantire la sopravvivenza e la diffusione di specie animali e vegetali. Queste possibilità derivano dalla connessione ecologica di queste aree mediante la creazione di:
- Corridoi ecologici → sistemi di vegetazione arbustiva e/o arborea in grado di funzionare da canali preferenziali per il movimento di specie animali
- Stepping zones → superfici a verde di vaste proporzioni adatte a costituire punti di appoggio e di riparo per gli organismi che si spostano tra i nodi della rete.
Sul piano operativo questa continuità ambientale può essere conseguita tramite accorte misure di tutela e d`incremento della naturalità esistente (ripristino delle siepi, rifacimento dei muri a secco, rimboschimenti con essenze autoctone) e/o attraverso la realizzazione ex-novo di aree a verde destinate allo svago e al tempo libero.
L`opportunità si ha soprattutto con il gioco del golf, il cui svolgimento richiede la creazione di percorsi lungo aree di una certa estensione, in cui "la prestazione sportiva si coniuga con la fruizione di un affascinante spettacolo ambientale" (Giorgetti, 1994). Laddove progettati con criterio questi percorsi possono rivestire il ruolo di stepping zones rispetto alla rete ecologica locale, ricreando progressivamente le connessioni con i residui lembi di vegetazione e gli habitat naturali circostanti (Malcevschi, 1996).
Obiettivo del presente lavoro è stato quello di verificare il ruolo di connettività di un campo da golf nell`ambito di una tipica area mediterranea del Salento Meridionale.
Il caso di studio
Il percorso di gioco è situato nell`agro comunale di Vernole (prov. Lecce) località Acaya, a circa 2500 m dal litorale Adriatico. La superficie interessata dall`intervento ammonta a c.a. 120 ettari di cui solo 22 effettivamente destinati al gioco.
L`elemento naturalistico di maggior rilievo di questo territorio è dato dalla Riserva Naturale "Le Cesine", che si estende da Nord-Ovest a Sud-Est lungo l`intera linea di costa. Ad essa fanno seguito ampie estensioni di terreni agricoli, intervallati da piccoli frammenti e lembi residui di lecceta, macchia mediterranea e gariga ad Erica manipuliflora Salisb. (specie endemica in via di estinzione).
Nonostante l`esigua dimensione, questi nuclei di vegetazione autoctona possono svolgere un importante ruolo nel mantenimento della diversità biologica, fornendo preziosi habitat per il rifugio, la nutrizione e la riproduzione delle biocenosi locali.
Si è pertanto proceduto alla valutazione di queste unità ecosistemiche sia in termini di distribuzione spaziale che di potenzialità biologica ed alla definizione di un modello relazionale in grado di tradurre queste unità di paesaggio in un insieme di elementi connessi tra di loro in modo funzionale: rete ecologica.
L`applicazione del modello ha permesso di comprendere:
- L`effettiva consistenza e funzionalità della rete ecologica locale
- Le linee preferenziali di permeabilità ecologica e i principali ostacoli interposti lungo queste direttrici
- Il ruolo di connettività potenzialmente svolto dal percorso di gioco all`interno della maglia di unità ecosistemiche individuata
Metodologia e dati di partenza
A livello metodologico, la ricerca ha fatto costante riferimento ai principi e metodi propri della Landscape Ecology (Ecologia del Paesaggio) che hanno conferito alle analisi svolte la giusta connotazione scientifica e il necessario grado di oggettività.
Il processo di analisi è stato sviluppato con l`ausilio di softwarel GIS della ESRI e le sue estensioni Spatial Analyst e 3D Analyst.
I dati territoriali di partenza sono stati la Carta Tecnica della Provincia di Lecce (CTP) ed Ortofotocarta in b/n, entrambe in scala 1:10.000 e georeferenziate in proiezione Gauss-Boaga, fuso Est con datum Monte Mario.
Modello relazionale
L`algoritmo utilizzato è stato del tipo vector to raster (celle 5x5m) implementato sul livello di analisi relativo alle unità ecosistemiche,
attribuendo a ciascuna di queste unità dei punteggi variabili da 1 a 5, in funzione dei seguenti indici ecologici:
- Grana (G), data dal rapporto tra la superficie assoluta e il numero poligoni occupati da una determinata unità ecosistemica; questa grandezza è correlata in maniera inversa al grado di frammentazione ecologica delle singole unità;
- Indice perimetrale (IP), dato dal rapporto tra il perimetro e la superficie assoluta di ciascuna unità; questo parametro quantifica il grado di interazione di ogni singola unità ecosistemica con la rimanente parte dell`ecomosaico;
- Biopotenzialità Territoriale (BTC), grandezza correlata in maniera proporzionale al livello di stabilità ecologica di una determinata unità ecosistemica e in maniera inversa alle sue capacità di recupero (resilienza).
In aggiunta a questi parametri quantitativi è stato introdotto un indice di qualità ambientale (QA) che riassume alcune delle principali caratteristiche ecologiche riconosciute agli elementi di connettività (Malcevschi, 1996).
Sono stati poi definiti i campi di variabilità di questi indici ecologici per l`identificazione automatica degli elementi costitutivi la rete ecologica e dei numerosi ostacoli alla continuità ambientale presenti nell`area di studio (barriere).
Il risultato dell`applicazione di questo modello è stata la Carta della Rete Ecologica dell`area di studio. La funzionalità di questa rete è stata verificata facendo riferimento alla cosiddetta "teoria della percolazione" (Forman, 1995).
Le celle occupate dalle aree d`interesse per la rete ecologica (Np+Sz+Ce+Ca) ammontano a circa il 21% del totale, valore nettamente inferiore alla soglia critica del 59,28%. Gli elementi di naturalità non sono quindi sufficienti ad assicurare gli spostamenti delle comunità biotiche all`interno dell`ecomosaico.
Sono comunque individuabili delle linee preferenziali di permeabilità ecologica.
Il campo da golf si inserisce proprio lungo una di queste direttrici e pertanto potrà svolgere il ruolo di "cerniera ecologica" tra la zona naturalistica costiera e le aree naturali più interne disperse nella matrice agricola dominante.
Ricerca sviluppata in collaborazione con il Dottorato di Ricerca in "Studio e Progettazione del Paesaggio" dell`Università degli Studi di Bari.